Caro energia: acciaio tra i settori coinvolti

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Caro energia: acciaio tra i settori coinvolti

Il settore dell’acciaio rientra tra quelli energivori, dunque è tra quelli maggiormente coinvolti dal caro energia, con conseguenze anche pesanti sulla produzione.

Acciaio: produzione in calo per i costi dell’energia

Bollette energetiche che in un anno sono cresciute del 300/400% e aziende che iniziano a pensare di ridurre la produzione per non andare avanti indebitandosi, altre che non riaprono affatto dopo la pausa estiva.

Una scelta difficilissima che sta coinvolgendo moltissime aziende italiane, a vari livelli e dimensioni, con i settori energivori per forza di cose più coinvolti degli altri: carta, ceramica, siderurgia e metallurgia.
Ansa il 3 settembre 2022 dichiara:

“I primi segnali sono arrivati dall’Ast di Terni che ha riaperto dopo la pausa estiva con una sola linea nell’area a caldo ma anche da una cartiera, l’Ico, che ha annunciato la chiusura della sede di Alanno (Pescara) mettendo a rischio il futuro di 35 famiglie.”

Le commesse ci sono, la domanda è sostenuta, ma i costi di produzione frenano le attività che devono tenere presente la propria contabilità industriale per decidere il da farsi.

Il problema non riguarda soltanto l’industria italiana ma anche quella di altri Paesi europei, come Germania e Francia.

Caro energia: quali provvedimenti?

Diverse le contromisure allo studio a livello nazionale ed europeo.

Tre le proposte della Commissione europea, che andranno discusse nel mese di settembre e probabilmente integrate fra loro:

  1. Riduzione dei consumi elettrici nelle ore di punta della giornata. Abbassando la domanda dovrebbe calare anche il prezzo. Quindi la Commissione proporrà dei “target obbligatori” di riduzione che ogni Stato membro deve raggiungere.
  2. Prelievo extraprofitti delle imprese energetiche. Due proposte differenti: la prima riguarda chi ha realizzato profitti inaspettati con i combustibili fossili, chiamato a versare un “contributo di solidarietà”; un meccanismo analogo si applicherebbe ai produttori di energia tramite fonti diverse dal gas, che hanno realizzato guadagni maggiori grazie ai bassi costi di produzione.
  3. Tetto al prezzo del gas russo. In questo caso l’obbiettivo è duplice: combattere il caro energia e ridurre gli importi versati alla Russia, per mettere in difficoltà il governo di Putin.
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