Riciclo automobili: come funziona?

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Riciclo automobili: come funziona?

Il riciclo automobili è un processo complesso, vediamone componenti, regole e fasi per ridurre al minimo gli scarti.

Riciclo automobili: le regole europee

Riciclare le automobili è possibile. Quasi totalmente. I veicoli fuori uso possono avere una nuova vita e fornire materie utili alla produzione di nuovi oggetti da rimettere nel ciclo economico, in modo da minimizzare i rifiuti.

L’iter di riciclo delle autovetture in Italia è regolato dal D.Lgs. n. 209/2003 “Attuazione della direttiva 2000/53/CE”.

Una direttiva europea ha poi imposto, a partire dal 2015, l’obbligo di recuperare il 95% del peso delle autovetture. In dettaglio:

  • l’85% va riciclato o riusato;
  • il 10% riguarda il recupero energetico.

Nel nostro Paese sono circa 700.000 le auto dismesse ogni anno. Qual è la situazione attuale?

Il Rapporto Rifiuti Speciali 2019 dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale, ISPRA, che si basa sui rifiuti gestiti nel 2017, può darci un indicatore utile sebbene non il dettaglio sui veicoli fuori uso.

L’ISPRA afferma che:

“Rispetto al totale gestito, si osserva che, il recupero di materia (da R2 a R12), costituisce la quota predominante, il 67,4% (99,1 milioni di tonnellate), seguono con il 10,9% (16 milioni di tonnellate) le altre operazioni di smaltimento (D8, D9, D13, D14) e, con l’8,2% (12 milioni di tonnellate) lo smaltimento in discarica (D1).”

L’andamento dei dati illustrati nel rapporto anche in relazione agli anni precedenti, mostra che il recupero di materia è in crescita e che ci sono ampi margini di miglioramento.

Tornado al dettaglio dei veicoli fuori uso, parliamo di oggetti composti da pezzi riutilizzabili, riciclabili e recuperabili. Vediamo come.

Come vengono riciclate le automobili?

Vediamo l’iter di riciclo delle auto per componenti e materiali:

  • Liquidi. I primi materiali ad essere recuperati sono carburante, olio lubrificante, liquido di raffreddamento dei vetri e dei freni, che vengono raccolti e smaltiti o riciclati come per l’olio lubrificante che può essere riutilizzato come combustibile negli impianti industriali.
  • Batterie. Essendo composte da metalli pesanti come piombo, rame, cromo, cadmio, zinco e mercurio, vanno riciclati in maniera corretta per ridurre i rischi di tossicità.
  • Pneumatici. Dal loro recupero si può ottenere granulato di gomma e polverino, e utilizzati nell’industria come fonte di energia.
  • Materiale elettrico ed elettronico. Sono componenti spesso riutilizzabili direttamente dopo il recupero, oppure potrebbero diventare materia prima per la produzione di lane di vetro e isolanti.
  • Vetri. Parabrezza, finestrini e lunotto possono essere inviati nei centri di recupero del vetro (materiale riciclabile al 100%).
  • Plastica. Materiale presente ovunque nell’auto, si pensi a portiere, cruscotto, tergicristalli e paraurti. Ma sono plastiche molto diverse dunque alcune componenti vengono rimosse prima della demolizione altre vengono separate dopo il processo di frantumazione.
  • Metalli. Stesso destino della plastica recuperata dopo la frantumazione. È il nostro campo e quindi ricordiamo che materiali come acciaio e alluminio possono essere recuperati al 100% e all’infinito.
  • Sedili e tappetini. La tappezzeria è composta da elastomeri, resine o materiali cellulosici, anch’essi da separare e recuperare.

Tuttavia le modalità di recupero e riciclo sopra elencate, non sempre sono quelle effettivamente utilizzate, purtroppo.

Ci auguriamo, per un futuro migliore, che ci sia per tutti gli attori coinvolti un maggior impegno nell’applicare il più correttamente possibile queste pratiche di recupero.