Rottami ferrosi: normativa nazionale e UE non in conflitto

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Rottami ferrosi: normativa nazionale e UE non in conflitto

La Corte di Cassazione afferma che il regolamento UE 333/2011 che individua le regole in base delle quali i rottami ferrosi passano dalla condizione di rifiuto a quella di prodotto non abroga il DM 5 febbraio 1998 che si occupa di questo tipo di rottami.

Rottami ferrosi: il caso

La gestione dei rottami ferrosi nel loro passaggio dalla condizione di rifiuto a quella di prodotto, end of waste, è un’attività complessa definita sulla base del regolamento UE 333/2011 e del DM 5 febbraio 1998.

Il caso riguarda un’azienda che si è vista condannare, sia in primo che in secondo grado di giudizio, per traffico illecito di rifiuti poiché gli stessi non erano stati cesoiati per la lunghezza massima di 1,5 metri, ma gestiti in dimensioni superiori a detto limite. Il mancato rispetto di detto limite, secondo di giudici, non fa mai raggiungere ai rifiuti lo status di non rifiuto, dunque di prodotto.

L’azienda ha proposto ricorso in Cassazione affermando che tale limite, definito dal DM 5 febbraio 1998, sia stato successivamente superato dal regolamento UE 333/2011, che pur prevedendo l’operazione di cesoiatura non definisce un limite massimo nelle dimensioni.

Rottami ferrosi: la sentenza della Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza 47712 del 19 ottobre 2018, afferma che il regolamento UE 333/2011 che definisce le condizioni in base delle quali i rottami ferrosi passano dallo status di rifiuto a quella di prodotto, end of waste, non abroga il Dm 5 febbraio 1998 che si occupa di questo tipo di rottami.

Secondo la Suprema Corte il DM del ’98 va applicato in aggiunta al regolamento UE, affermando la “permanente vigenza” tra i due provvedimenti.

Nel caso specifico, la Cassazione afferma senza l’applicazione di un limite massimo alle dimensioni della cesoiatura sarebbe stato possibile:

poter vendere come usate le rotaie solo in apparenza recuperate, ma in realtà caratterizzate da cesoiatura di ampia portata”

Tutto ciò nell’attesa dell’adozione di nuovi decreti ministeriali in materia.