COP26: come è andato il summit di Glasgow

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COP26: come è andato il summit di Glasgow

Mentre i negoziati della COP26 proseguono nelle mani di tecnici, esperti e negoziatori, i grandi della Terra hanno già preso alcune decisioni. Vediamo quali.

COP26: le decisioni prese dai grandi della Terra

Nelle giornate del 31 ottobre e del 1° novembre 2021, i grandi della terra si sono riuniti per l’apertura dei lavori della COP26. Parliamo della Conference of Parties, la riunione annuale dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC).

Sintetizziamo qui le decisioni già prese dai leader dei Paesi coinvolti, prima di lasciare il campo ai negoziatori:

  • siglato un accordo importante che dovrebbe portare alla fine della deforestazione entro il 2030, pronti circa 18 miliardi per questo obiettivo;
  • più di cento Paesi hanno promesso di ridurre del 30% le emissioni di metano entro questo decennio, tra cui ci sono anche Stati Uniti e Unione europea.

Come detto, si tratta di decisioni di massima che adesso vanno concretizzate definendo il come vanno raggiunti gli obiettivi.

Il Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, ha affermato:

“L’iniziativa della Cop26 è molto molto importante, traccia il percorso che dovremo intraprendere tutti insieme per dare risposta al problema che non possiamo risolvere da soli. Un singolo Paese non può rispondere a questi problemi e questa forse è la più importante iniziativa collettiva diretta a questo fine.
Prima si ignorava completamente il problema, ora c’è crescente consapevolezza.
Quello che rende molto complicato il negoziato è che i Paesi hanno condizioni di partenza diverse tra loro.”

Quest’ultimo punto è di fatto quello che sta generando uno stallo nei negoziati e mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi 2030 e 2050.

COP26: in arrivo 5mila miliardi in Green Bond

Un’importante questione emersa fin dai primissimi giorni di discussione, è quella legata al ruolo della Finanza privata nel processo di trasformazione ecologica e nella lotta al cambiamento climatico.

E proprio su questo fronte arriva la stima di Climate Bond Initiative (CBI), l’ente di monitoraggio delle obbligazioni verdi.

Sean Kidney, CEO di CBI, afferma:

“Il tanto atteso traguardo di 1 trilione di dollari è ora una realtà di mercato sia alla fine 2022 che nel 2023. Ma la crisi climatica cresce. È tempo di puntare più in alto. Cinque trilioni di investimenti verdi annuali entro il 2025 devono essere il nuovo traguardo da raggiungere per i responsabili politici e la finanza globale.”

Ricordiamo infine che l’Uninone europea sta lavorando sulla rigorosa definizione degli investimenti sostenibili, per dissipare qualsiasi occasione di confusione e di investimenti su prodotti e iniziative che non sono davvero sostenibili. Una nuova classificazione che entrerà in vigore a gennaio 2022, con due obiettivi precisi: mitigazione e adattamento.

Qui il nostro approfondimento Green bond: una crescita straordinaria