Economia circolare: il ruolo dei frantumatori

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Economia circolare: il ruolo dei frantumatori

L’AIRA, Associazione Industriale Riciclatori Auto, ha presentato il suo Report 2018 dal titolo “Il contributo dei frantumatori all’economia circolare”.

Economia circolare: di cosa si tratta

Nell’economia circolare non esistono rifiuti. Basta questa semplice affermazione per comprendere il senso profondo di questo concetto.
Un modo di intendere l’economia che tende a minimizzare fino ad annullare:

  • rifiuti;
  • sprechi;
  • materiali inutilizzabili.

Tre le parole chiave: recupero, riuso, riciclo.
Tutto ciò che viene prodotto e consumato è considerato un assemblamento di prodotti biologici, che quindi possono essere riassorbiti dalla Terra, e di prodotti tecnici che dovrebbero essere progettati in modo da poter essere smontati, riutilizzati, riciclati e recuperati.

Economia circolare: il report AIRA

Nella logica dell’economia circolare i VFU, veicoli fuori uso, rappresentano un flusso importante di rifiuti.
Del tema si è occupata l’AIRA, Associazione Industriale Riciclatori Auto, con il Report 2018 dal titolo “Il contributo dei frantumatori all’economia circolare”.
In Italia ogni anno dalla gestione dei VFU vengono generati oltre 1 milione di tonnellate di rifiuti che vanno gestiti secondo il rispetto della Direttiva 2000/53/Ce e il suo recepimento tramite il D.Lgs. 209/2003. Direttiva che imponeva fin dal 2015 di raggiungere almeno l’85% di reimpiego e riciclaggio, il 95% di reimpiego e recupero complessivo.
Nel 2015 il Belpaese ha raggiunto l’84,6% di reimpiego e riciclaggio e l’84,7% di reimpiego e recupero, mentre nel 2016 le performance sono peggiorate portandosi rispettivamente a 82,5% di reimpiego e riciclaggio e 82,6% di reimpiego e recupero.
Per quanto concerne le radiazioni dei veicoli fuori uso, nel 2017 le radiazioni per demolizione hanno superato quota 1 milione, con una crescita dell’1% rispetto all’anno precedente. Ma rispetto al 2010 si registra una perdita di circa 300.000 veicoli demoliti, con un -21%. Il dato è chiaramente legato a doppio filo con quello delle nuove immatricolazioni e preoccupa le aziende che operano nel settore, poiché gli investimenti economici fatti per raggiungere performance ambientali sempre più alte sono messi a rischio da un flusso di rifiuti non adeguato.

Best available techniques (BAT)

Le BAT (best available techniques – migliori tecniche disponibili) rappresentano la frontiera più efficiente ed avanzata di gestione di questa particolare tipologia di rifiuto, ma vi sono piccole e piccolissime realtà che ad oggi non ne sono dotate. Si legge nel report:

“Una delle maggiori criticità che ad oggi si riscontra nel campo della frantumazione di veicoli fuori uso e rottami metallici è la presenza di una moltitudine di micro impianti che non sono dotati delle BAT e non hanno tecnologie che consentano un recupero spinto dei rifiuti derivanti dalla frantumazione stessa. Lo scopo principale di questi piccoli impianti è solamente quello di ricavare il ferro dalla frantumazione, il quale rappresenta la principale fonte di business, tralasciando tutta una serie di trattamenti che invece sono indispensabili al raggiungimento dei target imposti dalla Ue. In conclusione si auspica l’applicazione obbligatoria delle BAT a tutti gli impianti di frantumazione.”

Tecnologia, flussi di rifiuti, raggiungimento degli obiettivi UE sono dunque i pilastri su cui poggia il contributo attuale e futuro dei frantumatori all’economia circolare.

Scarica il rapporto “Il contributo dei frantumatori all’economia circolare”