Estrazione rame: offerta in calo

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Estrazione rame: offerta in calo

L’estrazione del rame non regge i ritmi della domanda. Si tratta di un metallo ormai fondamentale per numerosi settori ed in particolare per la transizione ecologica e quella digitale. Quali saranno le conseguenze di questo “buco” nell’offerta?

L’estrazione del rame non tiene il ritmo

L’International Copper Association (ICA) stima che, entro il 2035, l’offerta globale di rame aumenterà del 26% raggiungendo un totale di 38,5 milioni di tonnellate. Tuttavia, nonostante questo incremento, l’offerta rimarrà inferiore alla domanda per l’1,7%, anche in presenza di un aumento delle attività di recupero dei materiali utilizzati in precedenza, dunque attraverso l’Economia circolare.

Una questione che mette in grave rischio il processo di transizione ecologica mondiale.

Joshua Meyer, funzionario di FLSmidth, dichiara:

“Non c’è modo per il mondo di rispettare i termini dell’accordo sul clima di Parigi se non abbiamo un aumento della fornitura di rame e altri metalli.”

Tra le cause della carenza il calo del tasso di approvazione delle nuove miniere, considerando che per ogni nuova miniera trascorrono tra i 10 e 20 anni per l’intero processo di approvazione e realizzazione. Iter lungo e tortuoso, va detto, anche per la problematicità delle miniere in termini di sicurezza per chi ci lavora.

Tra le conseguenze invece, un’aumento dei prezzi che Goldman Sachs stima arriveranno a 15000 dollari la tonnellata entro il 2025, +67% rispetto ai livelli attuali.

Rame, alluminio ed Economia circolare

La carenza di rame è strettamente connessa al settore automobilistico, in particolare, poiché questo sta gestendo il passaggio dai veicoli a combustione ai veicoli elettrici, che per funzionare richiedono un maggior quantitativo di questo metallo.

Rag Udd di BHP Group, ha dichiarato:

“La domanda di rame è presente quello che penso è che sia la mancanza di offerta ad avere un impatto su di essa: in assenza di fornitura gli utilizzatori passeranno alla sostituzione.”

Sostituzione con cosa?

I produttori di auto elettriche potrebbero decidere di passare all’alluminio, metallo più economico ma che non possiede le medesime caratteristiche del rame, come l’elevata capacità di conduzione dell’energia elettrica, ma è un’ipotesi concreta al vaglio anche nel caso del cablaggio per turbine eoliche offshore e alcuni veicoli elettrici, ha affermato l’ICA.

L’altro fronte è decisamente quello di un’accelerazione dell’Economia circolare che, come abbiamo visto, non offre ancora un quantitativo di materia tale da sopperire alla carenza che si va prospettando.

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