Rapporto EEA 2024: economia circolare a rischio

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Rapporto EEA 2024: economia circolare a rischio

Il Rapporto EEA 2024 rileva pericolosi segnali di stagnazione dell’economia circolare. Una condizione che mette a rischio gli obiettivi fissati per il 2030.

Rapporto EEA 2024: la circolarità cresce troppo lentamente

L’European Environment Agency, presentando il suo ultimo report intitolato Accelerating circular economy in Europe — state and outlook 2024, rileva che alcuni indicatori chiave, come produzione di rifiuti, tassi di riciclo e tasso di utilizzo circolare dei materiali, indicano una crescita della circolarità che non consente di raggiungere i target 2030 che l’UE ha fissato per la transizione ecologica.

L’EEA, pur rilevando i notevoli progressi fatti dall’Unione negli ultimi anni, osserva che il modello di produzione è ancora stabilmente lineare. Sebbene tra il 2004 e il 2022 le risorse materiali utilizzate in UE sono derivate da attività di riciclo siano passate dall’8,2 all’11,5%, in un contesto di arretramento dell’economia circolare a livello globale, il tasso di crescita europeo è troppo lento per arrivare ad un raddoppio della circolarità entro il 2030.

L’Agenzia auspica politiche ambiziose su più fronti, da attivare rapidamente, segnalando tre condizioni fondamentali:

  • aumento dal 40 al 70% del tasso di riciclo di tutti i materiali;
  • riduzione del 15% dell’input di materiali da immettere nel ciclo produttivo;
  • taglio di un terzo dei consumi di combustibili fossili.

L’EEA afferma:

“È chiaro che ciascuna di queste azioni rappresenta di per sé un obiettivo altamente impegnativo.”

Come perseguire gli obiettivi 2030?

Veniamo ai dati che invece lasciano sperare che seppure impegnativi, gli obiettivi sono ancora raggiungibili.

Partiamo dal consumo totale dei materiali, che tra il 2000 e il 2020 è calato del 2% pur in presenza di una crescita economica segnata dall’innalzamento del PIL del 31% nel medesimo periodo. Dunque gli andamenti di crescita economica e consumo di risorse non vanno di pari passo, e questa è una buona notizia nonché un punto di partenza su cui lavorare nella consapevolezza che il dato è da attribuire al progressivo incremento del ricorso alle fonti rinnovabili per la produzione energetica che ha determinato un calo del 28% nei consumi di combustibili fossili.

La transizione energetica dunque sta mostrando i primi, significativi, risultati. Tuttavia non basta, dunque l’Unione europea dovrebbe fissare per gli Stati membri degli obiettivi impegnativi (hard targets).

L’EEA nel rapporto dichiara:

“Allo stato attuale il Circular Economy Action Plan e gli altri strumenti correlati hanno fissato relativamente pochi obiettivi concreti, il che potrebbe portare a ridimensionare la priorità data agli interventi per l’economia circolare, a favore di altre aree in cui sono stati fissati degli obiettivi vincolanti. L’introduzione dei target aumenterebbe la priorità delle azioni di economia circolare agli occhi delle autorità nazionali e assicurerebbe l’attuazione di interventi che generano risultati misurabili.”