Archeoplastica: sensibilizzare e coinvolgere sui social

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Archeoplastica: sensibilizzare e coinvolgere sui social

Archeoplastica è un progetto Instagram che mostra in maniera interessante e divertente l’indistruttibilità di questo materiale e la sua pericolosità se rilasciato nell’ambiente in maniera scorretta. Con conseguenze che si protraggono negli anni, anzi nei secoli.

Come nasce il progetto Archeoplastica

Chi non ricorda la confezione iconica in plastica di un prodotto di 10, 20, 30 o 40 anni fa che magari usava oppure guardava in pubblicità? I ricordi legati ai prodotti stanno alla base di Archeoplastica, progetto di sensibilizzazione social su questo imballaggio purtroppo indistruttibile e che andrebbe quindi maneggiato con cura in due modi:

  • conferendolo correttamente nella raccolta differenziata;
  • riducendone drasticamente l’uso tutte le volte che è possibile valutare delle alternative (peraltro sempre più numerose e diffuse).

Partiamo dalla descrizione del profilo Instagram di Archeoplastica:

“un progetto di sensibilizzazione sull’inquinamento del mare causato dalla plastica, sfruttando vecchi rifiuti spiaggiati.”

Sapere che la plastica dispersa nell’ambiente vi resta per secoli, con tutte le conseguenze su flora, fauna e alimentazione anche umana, che ne derivano non ha lo stesso impatto emotivo che può avere vedere un flacone di un prodotto sparito dalla circolazione da decenni ancora perfettamente integro.

Ecco l’idea di Enzo Suma, salentino come Ecomet peraltro, che da oltre dieci anni lavora come guida naturalistica ad Ostuni, in provincia di Brindisi. Suma dalle pagine di archeoplastica.it, afferma:

“Io personalmente sono un accanito raccoglitore di plastiche spiaggiate. È proprio durante queste raccolte che ho avuto l’idea del progetto supportato dai tanti amici che mi hanno seguito in questi anni. Sfruttare i tantissimi rifiuti spiaggiati che hanno anche più di cinquant’anni per portare l’osservatore a riflettere da un’altra prospettiva sul problema inquinamento plastica nel mare. Un museo virtuale dove osservare tutti i reperti e acquisire informazioni e tante mostre, soprattutto nelle scuole, dove poter vedere dal vivo ciò che il mare ci ha restituito.”

Ecco il link al profilo Instagram di @Archeoplastica

Plastica e inquinamento del mare

Per comprendere l’impatto della plastica sul mare, vediamo alcuni dati del WWF:

  • 450 milioni di tonnellate di plastica è prodotta ogni anno;
  • 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica finiscono ogni anno negli oceani;
  • 700 specie sono state interessate da fenomeni di inquinamento di materie plastiche.

WWF afferma:

“L’inquinamento da plastica è diventato uno dei problemi ambientali più urgenti da affrontare, sia per la sua gravità, sia perché lo abbiamo ignorato per troppo tempo. Negli ultimi decenni la produzione e il consumo di oggetti in plastica ha visto una crescita esponenziale e ha prodotto fenomeni di inquinamento sulla terraferma e in mare soprattutto in molti paesi dell’Asia e dell’Africa, dove i sistemi di raccolta dei rifiuti sono spesso inefficienti o inesistenti.”

Ma come visto anche il “parco archeologico” in plastica tutto made in Italy non è da meno e contribuisce a sensibilizzare la popolazione.

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